Ritrovamenti in Contrada Colle Pigna
1. L’ANTEFATTO
Già nel 1981 la Soprintendenza Archeologica di Ancona, aveva effettuato dei saggi di scavo in località «C. Arpini» di Rotella, situata dirimpetto alla contrada «Colle Pigna» di Montedinove, rinvenendo dei fondi di capanna del periodo neolitico. Questi ritrovamenti ovviamente suscitarono interesse nei ricercatori locali.
2. LA PRIMA SCOPERTA
II primo ritrovamento di «Colle Pigna» risale al marzo 1986 e lo effettuò l’Archeoclub di Montedinove, raccogliendo lungo il tracciato viario, che le ruspe stavano aprendo per la costruzione della strada di collegamento della provinciale Valtesino con la Castignanese in località Croce Rossa, numerosi reperti in ferro, bronzo, terracotta e persino di ambra, insieme a numerosi resti di scheletri umani, risalenti al VI-VII sec. a.C.. Dopo la segnalazione e la consegna di detto materiale alla Soprintendenza competente, che lo attribuì e denominò.
Tomba n. 1
Vi fu un primo sopralluogo da parte della Dott.ssa Lucentini che portò al rinvenimento di altri reperti sparsi ma probabilmente pertinenti ad un’altra tomba.
3.INTERVIENE LASOPRINTENDENZA
Questi ultimi reperti vennero attribuiti ad una tomba che fu chiamata:
Tomba n° 2
Conteneva una calotta cranica, forse di donna, strettamente connessa a dei girellini binati in ferro, di un peso da telaio in terracotta e di una fuseruola a cinque punte (forma classica picena). Lo scavo vero e proprio iniziò il 3 luglio e terminò il 20 dello stesso mese del 1987, riportando alla luce altre sette tombe.
Tomba n° 3
Conteneva solo degli ornamenti femminili in bronzo.
Tomba n° 4
È quella che alcuni quotidiani hanno denominato. «Tomba del Guerriero». Conteneva uno scheletro di dimensioni rilevanti (altezza mt. 1,85), che aveva alla sua sinistra, in alto, un lungo puntale di lancia. Nello stesso lato all’altezza della vita era deposta una spada e a destra uno spiedo. Ai piedi vi erano ciotole nere (ceramica buccheroide) e un vaso di maggiori dimensioni, in terracotta rossiccia. Sopra le tibie furono trovati alcuni oggetti in ferro non riconoscibili che si ipotizza potessero essere dei finimenti di cavallo.
Tomba n° 5
Conteneva uno scheletro intero di donna che dal corredo si potrebbe dire appartenente ad un certo rango sociale. È risultata infatti la tomba più ricca, sia per la quantità di monili in bronzo, che per vasi di corredo, moltissimi dei quali in ceramica nera (buccheroide), decorati a graffiti e con bellissime forme di anse. È stato possibile riconoscere:
- (vicino alla testa) una torques in ferro con nastro in bronzo avvolto a spirale e due orecchini d’ambra;
- (sul torace) una fibula in bronzo, alcuni pendenti a filo bronzeo avvolti a spirale, tipo saltaleone, che probabilmente formavano tutto il pettorale, una fibula in ferro a doppia ondulazione e una doppia bulla bivalve;
- (sul bacino) una serie di quattro grossi pendenti (?) anche questi formati da filo di bronzo a spirale e forse con anima in ferro. (È quest’ultimo elemento che ha spinto la stampa a definire questa tomba come «Tomba della suonatrice»: il monile, assomiglia vagamente ad uno strumento musicale);
- (sul basso ventre) sono osservabili diversi girelli binati in bronzo, una forchettina in bronzo ed altri oggetti dello stesso metallo non identificabili per la loro funzione.
Tomba n° 6
Vi fu rinvenuto uno scheletro intero di guerriero deposto sul fianco sinistro, corredato di lancia, spada e makaira (una sorta di daga leggermente ricurva).
Tomba n° 7
Conteneva uno scheletro parziale di guerriero (i resti comprendevano soltanto la testa ed il busto) corredato dal solo puntale di lancia. Si ipotizza che la tomba sia stata danneggiata alcuni anni or sono quando fu effettuata nella zona l’aratura a scasso per impiantare un vigneto (sono evidenti dei solchi, come del resto in altre parti della necropoli). Questa tomba è situata nella parte più bassa della necropoli e dovrebbe essere l’ultima da quel lato.
Tomba n° 8
Vi è stato trovato uno scheletro completo di donna, con tutta probabilità giovane: l’altezza è di mt. 1.50 circa, con ossa di piccole dimensioni e cranio relativamente piccolo. È risultata essere la tomba meglio conservata. Si è notato una torques al collo, come nella tomba n. 5, due grani di ambra ai lati del cranio, inseriti in due anelli in ferro (orecchini?), una coppia di bulle bivalvi appaiate a corna di toro. Sul torace sono stati rinvenuti vari pendenti in filo di bronzo avvolto a spirale. Ai piedi un’olla di ceramica rossiccia e quattro vasetti disposti a raggiera intorno ad essa. Quest’ultimi erano di ceramica nera: oinocoe, ciotola, anforetta ad anse sopraelevate e bicchiere.
Tomba n° 9
Quasi totalmente distrutta dai mezzi meccanici. Ai piedi del sepolto sono stati trovati fondi e frammenti di vasi d’impasto nero, sul fianco una punta di giavellotto e un piccolo bastone ricurvo in ferro, forse un lituo. La presenza di un lituo potrebbe far supporre che si tratta della tomba di un capo o di un sacerdote. Difatti il lituo era il simbolo del comando, del potere.
Tomba n°10
Vi era un guerriero adagiato sul fiaco, con una spada e relativo fodero.
Tomba n° 11
Vi sono stati trovati i resti di una donna. La tomba è apparsa molto simile alla tomba n° 8, identica per quanto riguarda il corredo sul corpo della sepolta. Mancava soltanto il vaso grande ai piedi, ma sono state rinvenute alcune ciotole d’impasto nero, tutte mal conservate. Caratteristica peculiare di questa tomba di donna sono due enormi cerchi in ferro che, con i rispettivi grani d’ambra formavano uno spropositato ornamento degli orecchi.
Tomba n° 12
Tomba di donna, gravemente danneggiata dall’azione dei mezzi meccanici. Risulta essere molto interessante perché vi è stata trovata una fibula di tipo ‘pre-certosa’ che permette di datare la tomba, con buona approssimazione storica, alla fine del VI sec. A.C. (periodo piceno IV A 525-585 a.c.).
Tomba n° 13
È la meravigliosa tomba a doppia deposizione che è risultata essere la più ricca in assoluto dell’intero giacimento. Si tratta di un uomo e una donna, deposti l’uno sull’altra, separati forse da un supporto in legno che, degradandosi, ha fatto crollare lo scheletro superiore su quello inferiore. Il corredo funebre è risultato veramente eccezzionale: va detto comunque che esso apparteneva totalmente alla deposizione femminile. Esso consiste, più analiticamente, in:
- una lunghissima collana di grani d’ambra con il grano centrale in pasta vitrea lavorata;
- un’armilla posta sul petto;
- una fibula, posizionata sul capo, di circa 25 cm di lunghezza nel cui arco era infilato un blocco d’ambra dalle dimensioni eccezionali (circa cm. 20×10);
- alcuni pendenti di bronzo a bastoncino con ingrossamento centrale;
- altro reperto non identificabile formato da elementi forse in avorio
che assumevano la forma di un grosso ovulo; - infine,una eccezionale stola in bronzo che ricopriva totalmente lo scheletro femminile (va precisato che la parte superiore della stola è formata da innumerevoli anellini, mentre la parte inferiore da bastoncini forse fissati su un supporto in tessuto o in pelle). Si spera che questa tomba, a restauro ultimato, potrà fornire quella infinità di informazioni che a prima vista sembra promettere;
- ai piedi aveva dei vasi ed altri reperti, da noi non meglio identificati.
Tomba n° 14
(Non rilevata)
Tomba n° 15
È una tomba maschile abbastanza ben conservata e con un buon corredo:
- sul fianco sinistro una spada con relativo fodero;
- sul fianco destro, in alto, vicino alla testa, un puntale di lancia e uno di giavellotto;
- ai piedi vari vasi d’impasto nero e rossicci una coppa su alto piede, una grande olla ed un attingitoio;
- tra i vasi vi sono alcuni elementi in ferro forse pertinenti a calzature
4. MA LA NECROPOLI PICENA È ANCORA PIÙ VASTA
La densità d’insediamento archeologico che si sta delineando in questa zona è senza dubbio interessantissima. La Soprintendenza, infatti, intende, fondi permettendo, continuare le campagne di scavo, sicura di ottenere risultati di rilievo ai fini di meglio inquadrare gli aspetti locali della cultura picena. Sta a noi cercare di stimolare, anche sensibilizzando l’opinione pubblica, un sempre maggiore interessamento delle autorità competenti.
Attualmente i reperti non sono visibili al pubblico, ma presto, presso il Comune di Montedinove, verrà realizzato il deposito/museo civico archeologico comunale.
Fonte Informativa – Archeo Piceno (Eraldo Vagnetti) a cura delle sedi Archeoclub di:
- Acquaviva Picena
- Castignano
- Cossignano
- Montalto delle Marche
- Montedinove
- Ripatransone
- Rotella